In Arizona è al varo una proposta di legge che farà senz’altro
discutere.
Se venisse approvata, i commenti aggressivi e provocatori sui social
network più famosi (Facebook e Twitter) potrebbero diventare addirittura
un reato.
Nello stato americano infatti, da diverse settimane si discute sul
riformare il sistema di leggi riguardante lo stalking e le minacce
telefoniche, cercando di adattarle ai mezzi di comunicazione attualmente
più utilizzati, ossia i social network.
L’idea potrebbe essere anche buona, ma come giustamente è stato fatto
notare, si tratta di una legge troppo generica nel suo voler fermare i
commenti “offensivi” o “fastidiosi” diventando inequivocabilmente uno
strumento di censura.
David Horowitz, CEO del gruppo Media Coalition in difesa del Primo
Emendamento, ha messo per iscritto le proprie critiche in una lettera
indirizzata al governatore dell’Arizona, Jan Brewer:
“Il governo potrebbe criminalizzare parole che arrivino al livello di
minaccia e molti stati hanno leggi che lo fanno. Ma questo disegno
prende una legge concepita per fronteggiare chiamate telefoniche
fastidiose applicandola a siti web, blog, gruppi e altri tipi di
comunicazione via Internet.”
In sintesi quindi, questa legge potrebbe portare a ottenere cause nei
confronti di chi posta commenti per così dire “scomodi” sulla rete.
Comunque la proposta potrebbe diventare effettiva entro pochi giorni, e,
secondo Associated Press, ci sarebbero altri paesi intenzionati a
seguire la strada aperta dall’Arizona: una strada sicuramente pericolosa
per la libertà d’espressione.
Forse, se opportunamente rivista e adeguatamente corretta, potrebbe essere una buona arma da utilizzare contro il fenomeno sempre più crescente dello stalking, ma senza dubbio, ora come ora è solo una scintilla che rischia di far esplodere proteste da parte di tutta internet.
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