Parliamo di Telegram
Dopo l’acquisizione di Whatsapp da parte di Facebook, in moltissimi sono rimasti scontenti dall’ennesima mossa del grande fratello blu, e hanno cercato alternative alla famosissima app.
La scelta naturale è ricaduta su Telegram.
Ma che cos’è?
Telegram è praticamente un clone di Whatsapp, l’interfaccia grafica è mooolto simile.
Al contrario di Whatsapp, però, è un’app più orientata alla sicurezza, per quanto argomento ancora controverso.
Chi c’è dietro?
E’ sviluppata da Pavel e Nikolai Durov, fondatori di VKontakte, il più grande social network russo: uno ci mette i soldi, l’altro la skill informatica necessaria.
Telegram ha base a Berlino.
Perchè?
L’app è e vuole rimanere free e open, in modo che a guadagnarci siano gli utenti finali e non qualche multinazionale.
Nelle faq c’è scritto bello chiaro che non venderanno mai i dati degli utenti, nè metteranno pubblicità, nè vi ruberanno la moglie, nè schiavizzeranno i vostri bambini.
Terminati i fondi raccolti con le donazioni, al massimo aggiungeranno feature non essenziali a pagamento, un po’ come le emoticon di Line.
Tutto open! (o quasi)
Il progetto è quello di rilasciare un prodotto sicuro e completamente a portata di tutti.
Al momento il core è ancora closed, ma nel frattempo sono disponibili api pubbliche molto interessanti per cui CHIUNQUE può scriversi il suo client.
C’è un client per praticamente qualsiasi piattaforma:
e soprattutto, il meraviglioso web client, che scavalca tutte le barriere “architettoniche” del software.
Tutte le altre app si possono trovare qui.
Proprio come Whatsapp, eh?
Update:
Qualcuno potrebbe sollevare la questione “Si ma Telegram non è criptato con sha3/md5/aes/chiavi a 2048bit/salcazzo”.
A questo rispondo con la seguente domanda: “Hai usato Whatsapp, che in quanto a sicurezza è un colabrodo, fino a ieri e improvvisamente adesso ti preoccupi che ‘NSA possa decriptare i tuoi ‘vado a comprare il latte’?”