Homelab 2024
La droga costa meno
v1.0 - L’inizio
Tutto è nato diversi anni fa a partire dal mio vecchio Qnap, la prima volta che ho installato Sonarr. Una volta che scaricavo video senza copyright, poi li volevo visualizzare.
Inizialmente ho installato Kodi su un raspberry pi, e streammavo i contenuti via wifi, ma c’erano diversi problemi:
- Il Qnap era troppo rumoroso per stare a fianco alla tv
- Il Qnap era in una stanza dove non arrivavano cavi di rete e l’avevo collegato a una powerline che ogni tanto si disconnetteva
- Il raspberry poverino non ce la faceva e spesso andava in protezione per il troppo surriscaldarsi
v2.0 - L’upgrade
Verso maggio 2020, in piena pandemia, ho deciso di fare un upgrade sostanziale e ho costuito un piccolo mediaserver con un pc montato a fianco alla tv e collegato direttamente in HDMI.
Sul serverino avevo installato Ubuntu, la tv era collegata in HDMI come monitor e un docker-compose faceva girare Sonarr, Radarr, Bazarr, Jackett e Muximux, mentre Kodi era installato direttamente sull’os insieme a Transmission.
Come network ho un po’ provato a giocare con il raspberry installandoci sopra PiHole e poi OpnSense, ma alla fine ho rinunciato. Però ho attaccato uno switch al modem di fastweb e a questo ho collegato un access point, in modo da poter controllare meglio la WiFi.
Questo setup ha funzionato benissimo per un paio d’anni fino al 2023, quando ho deciso di voler usare il serverino anche come nas per dismettere il Qnap.
v3.0 - Il GIGA-upgrade
Prima di tutto ho sostituito processore e scheda madre, la ram è passata da 8gb a 64gb, ho installato Proxmox e ho aggiunto due UPS.
Ma andiamo con ordine
Ora il modem di Fastweb parla solo e unicamente con l’access point WiFi, al quale è collegato lo switch a cui è collegato tutto il resto. Sull’access point è configurato PiHole come DNS e DHCP, quindi TUTTI i device collegati alla rete, cablati o meno, passano sotto PiHole.
Su amazon ho trovato una piccola ups con 3 entrate, con cui alimento il modem di Fastweb, l’access point e lo switch, così andasse via la corrente avrei ancora un po’ di tempo in cui internet mi continuerebbe a funzionare (e visto che lavoro da casa, la cosa non è male).
Tra l’altro con una sola presa alimento 4 device => meno cavi da gestire.
Su Proxmox ho praticamente virtualizzato il mediaserver con Ubuntu che avevo prima, e in passthrough gli ho collegato l’hard disk da 8Tb che usavo prima e il CEC Adapter di Pulse Eight, per poter usare il telecomando della tv per controllare Kodi, quindi lato mediaserver l’upgrade è stato trasparente.
Ho creato un LXC per PiHole che come dicevo prima mi fa da DNS e DHCP per tutta la rete di casa e un’altra VM con HomeAssistant, con il Dongle Sonoff per Zigbee in passthrough, in modo da poter controllare qualche faretto RGB TRÅDFRI preso da Ikea e qualche sensore di temperatura Aqara
Per storare i dati, dopo aver letto di TUTTO su soluzioni con TrueNas, Openmediavault, Cockpit e chi più ne ha più ne metta, ho optato per un banalissimo LXC Ubuntu con Samba e un bel pool ZFS di due dischi da 6Tb in mirroring montato da Proxmox. Soluzione molto basic, ma fa esattamente quello che mi serve, quindi…
Su questo container ho anche installato e configurato Syncthing in modo da fare un backup delle foto e i video del telefono ogni volta che mi collego alla wifi di casa.
Ho pure creato un LXC per Invidious, per hostare una sorta di proxy verso Youtube per bypassare le restrizioni della vpn del lavoro.
Ultimo ma non ultimo, ho anche collegato un hard disk esterno dove ogni domenica all’alba vengono archiviati i backup di tutte le vm e tutti i container di Proxmox.
Infine, per proteggere il tutto da eventuali blackout o sbalzi di corrente, ho acquistato un UPS della Eaton che, con il carico attuale, nel caso garantirebbe una mezz’ora di autonomia.
Su Proxmox ho installato NUT e configurato grazie all’ottima guida di TechnoTim in modo che venga spento tutto nel caso la soglia di carica dell’UPS scenda sotto il 10%.
Parallelamente a tutto ciò ho letto una marea di articoli, provato diversi altri software e imparato un sacco di cose interessantissime sul networking, sulla virtualizzazione e sulla gestione dei vari sistemi. Una volta che ci si infila in questo vortice non se ne esce più, e come ho premesso all’inizio, la droga costa meno.
Però stimola tantissimo la curiosità e la voglia di imparare e provare cose nuove, un po’ di frustrazione ma tanta soddisfazione.
Prossima fermata: Kubernetes! (e magari creare un piccolo rack per tutto l’hardware)